Indagini su frodi assicurative
Le investigazioni antifrode assicurativa sono finalizzate a documentare la veridicità (o meno) di ogni tipologia di sinistro, mediante accertamenti investigativi su eventi e comportamenti forieri di danni.
Tali indagini hanno lo scopo di tutelare l’assicurato, il soggetto giuridico danneggiato o, addirittura, la società assicuratrice in sede giudiziale, civile e penale, al fine di ottenere (o per la società assicuratrice di vedere liquidato) il giusto e dovuto risarcimento per i danni occorsi.
L’investigatore privato non si limita solamente a valutare il singolo episodio, ma svolge accertamenti su eventuali precedenti sinistri in cui sono implicati gli stessi soggetti.
Inoltre, effettua controlli di autenticità di polizze e attestati, accertamenti, rilievi, acquisizioni di atti dalle autorità competenti, ricostruzioni, identificazioni e rintracci di informazioni socioeconomiche relative ai protagonisti coinvolti.
Il problema delle frodi assicurative, per esempio nel settore RC auto, è stato così rilevante da aver indotto l’IVASS (l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) ad attivare e curare l’aggiornamento dell’Archivio Informatico Integrato Antifrode (AIA), un database cioè che fornisce, in relazione al sinistro, un indicatore di potenziale rischio di frode.
Inoltre, per combattere l’allarmante fenomeno delle frodi, da alcuni anni le compagnie assicurative sono obbligate a trasmettere all’IVASS, con cadenza annuale, una relazione contenente informazioni dettagliate circa le attività svolte per contrastarne tutte le tipologie.
Il fenomeno delle richieste di risarcimento danni, spesso artatamente simulati o “gonfiati”, ha avuto un notevolissimo incremento anche nel settore della “malpractice” sanitaria.
Infatti, nel marzo del 2017, è entrata in vigore la legge Gelli (legge n. 24/2017) che ha attuato una riforma radicale della materia della responsabilità civile sanitaria, introducendo un obbligo assicurativo generalizzato sia per gli esercenti la professione medica, sia per le strutture sanitarie pubbliche e private.
La cronaca torna regolarmente a raccontarci di frodi assicurative costruite con una creatività spesso degna di miglior causa.
Le frodi assicurative, a volte, assumono l’articolazione propria di una trama cinematografica in cui si muovono diversi attori, come falsi testimoni, o avvocati e medici di scarso spessore deontologico, oppure altri esponenti attivi nella filiera della liquidazione del sinistro che ricoprono un ruolo per orchestrare azioni illecite a danno delle assicurazioni.
Quando si parla di frodi assicurative, purtroppo, la comune morale è generalmente propensa a chiudere un occhio e a far passare il costo gonfiato per ottenere un risarcimento come una innocua procedura sociale, una forma di giusto riscatto verso un settore considerato come uno dei poteri forti di cui il cittadino diffida.
Ma il senso di indignazione emerge quando notizie di cronaca ci parlano di un fenomeno che può essere generato solo da associazioni criminali e network organizzati che riescono a produrre, per esempio, truffe per migliaia di incidenti e che vedono coinvolti, tra gli altri, anche interi studi legali sul territorio, evidenziando così la vastità e la gravità di uno scenario illegale che pesa non solo a danno delle assicurazioni ma, soprattutto, della collettività.
L’intelligenza artificiale ha interessato molti settori dell’economia con i quali abbiamo a che fare nella vita di tutti i giorni.
Ed è quindi questione di tempo prima che anche molti aspetti del ciclo di vita assicurativo subiscano dei cambiamenti dovuti all’utilizzo di questa tecnologia.
Uno dei campi in cui un grande salto in avanti può essere fatto è proprio quello delle frodi a danno delle compagnie di assicurazione, in particolare applicando l’intelligenza artificiale sia alla fase di rilevazione delle frodi, sia alla gestione a 360° dei sinistri.
Nel pregevole rapporto intitolato “L’assicurazione italiana - 2018/2019” l’ANIA - Associazione Nazionale Imprese Assicuratrici - ha svolto una completissima disamina dei maggiori aspetti riguardanti il mondo assicurativo, nazionale ed internazionale.
Passando in rassegna, in rapida sintesi, gli aspetti ivi analiticamente trattati, procediamo a segnalare alcuni dati significativi, relativi all’esercizio 2018, e sviluppati sulla base delle risultanze bilancistiche delle entità, nazionali e sovranazionali, preposte al coordinamento e controllo di tale settore.
In Italia operano 97 imprese nazionali, suddivise in SpA (93), cooperative (1), società mutue (3) che, sommate a tutte le rappresentanze estere con sede legale in paesi extra-UE (3) e in sede UE (118), portano la presenza totale delle imprese assicuratrici sul territorio nazionale a ben 218 soggetti giuridici.
La massa dei premi diretti ed indiretti è stata di € 133 miliardi e 67 milioni che, depurati di tutti gli oneri connessi, ha fatto conseguire al comparto un utile di esercizio complessivo di € 4 miliardi, con un decremento medio del 25-30% rispetto al quinquennio precedente.
Il dato civilistico della situazione patrimoniale reca la presenza di un attivo di € 867 miliardi e 868 milioni.
Per dare un quadro del mondo assicurativo italiano nel confronto internazionale, si segnala che il totale planetario dei premi 2018 è stato di 5.193 miliardi di dollari (l’Italia, conseguentemente, pesa per il 3% circa del totale).
A questo punto, può risultare interessante indicare la massa degli indennizzi operati, limitatamente al mercato nazionale, nel mondo assicurativo, anche per comprendere quale possa essere il terreno di coltura di frodi.
L’attività dell’investigatore privato è proprio quella di rendere evidente l’illiceità dei comportamenti non esclusivamente per vederli sanzionati, ma anche per generare un flusso di virtuosità, a livello collettivo, in forza del quale la positività di una condotta si amplifica.
Anche il legislatore si è fatto carico di dare il proprio contributo con il D. LGS. 101/2018, che consente il trattamento di dati personali relativi a condanne penali e a reati e a connesse misure di sicurezza.
Specialmente riguardanti il particolare l’accertamento di responsabilità in relazione a sinistri o eventi attinenti alla vita umana, nonché la prevenzione, l’accertamento ed il contrasto di frodi o situazioni di concreto rischio per il corretto esercizio dell’attività assicurativa, nei limiti di quanto previsto dalle leggi o dai regolamenti in materia.
Da ultimo, vale la pena di osservare che quando si parla di frodi assicurative, purtroppo, l’animus collettivo è propenso a considerare “veniale” l’attività illecita di chi, per esempio, espone costi gonfiati per ottenere un risarcimento, o denuncia sinistri più gravi o con nessi causali non completamente coerenti e veritieri.
Viene vista come l’attività di tanti “Robin Hood” che esercitano forme di giusto riscatto verso un settore considerato un “potere forte”, nei confronti del quale è permesso un atteggiamento censurabile.
Salvo poi portare le persone a riflettere che tale comportamento antigiuridico (e, in alcuni casi, di rilievo penale) ha effetti non solo a danno dell’assicurazione ma, soprattutto, della collettività che ne deve sopportare il costo.