Casi trattati

Concorrenza sleale: Una “doppia vita” professionale

Un agente di commercio troppo "disinvolto", smascherato a favorire l'azienda concorrente.

Concorrenza sleale: Una “doppia vita” professionale


Richiesta del cliente e perimetrazione dell’oggetto del mandato investigativo: 

Il mandante, il direttore commerciale di un’importante ditta di distribuzione di generi alimentari, nutriva forti sospetti sull’operato di un proprio agente vincolato da uno stringente patto di non concorrenza.

Esistevano infatti diversi elementi che lasciavano presumere che lo stesso, noncurante del contratto monomandatario stipulato, proponesse, a gran parte della nuova e storica clientela aziendale, di acquistare prodotti (nella fattispecie salse) a prezzi più bassi, rivolgendosi ad un competitor per l'acquisto delle forniture.

Si procedeva quindi alla compilazione di idoneo mandato investigativo, teso alla verifica della fondatezza dei sospetti avanzati dal mandante, in quanto finalizzato alla raccolta di eventuali risultanze indiziarie e/o probatorie, necessarie ai fine della corretta contestazione delle pratiche "scorrette" poste in essere dall'agente.


Progettualità investigative ideate e attuate:

Dopo aver ricevuto dal mandante precisa indicazione della territorialità servita dall’agente, nonché un elenco dei clienti che avevano recentemente ridotto il quantitativo degli ordini, veniva predisposta un’accurata indagine di pedinamento del dipendente durate gli orari di lavoro, nonché di monitoraggio dei flussi merci delle aziende clienti.

Fin dai primi giorni di attività di osservazione, si poteva constatare che il dipendente, parallelamente agli impegni di routinaria visita della clientela, si recava quotidianamente presso gli uffici di un competitor.

Inoltre, dai sopralluoghi presso le aree di ricevimento merci dei clienti segnalati, si poteva constatare che tra le consegne in smistamento, erano presenti diversi colli e/o prodotti, contrassegnati dal logo dell’azienda concorrente, il tutto, nonostante la storicità delle forniture operate sino ad all’ora dal mandant, per la medesima tipologia di prodotto. 


Le risultanze ottenute dall’indagine permettevano al cliente di effettuale un immediato riscontro dei documenti di trasporto, delle bolle di accompagnamento, della contabilità degli ordinativi, nonchè delle fatture emesse/ricevute verso il singolo cliente, dai quali si poteva rilevare un’elevata diminuzione degli ordini ricevuti da parte delle aziende gestite dall’agente che, inconsapevole di esser stato sottoposto a controlli investigativi, "svelava" le proprie intenzioni, arrancando le più disparate scuse.


Sviluppi e benefici

Nei giorni immediatamente successivi si procedeva alla stesura ed all’invio di apposito report investigativo corredato di tutte le risultanze documentali, fotografiche e “latu sensu” probatorie, onde poter procedere per le vie istituzionali ad attivare le necessarie procedure legali.

La vicenda si è conclusa con accordo transattivo prevedente l’immediata risoluzione del rapporto di agenzia, l’allontanamento dell’agente ed il rimborso del danno causato.


Note:

Motivati dubbi e sospetti circa il "cedimento" dei doveri contrattuali o morali di dipendente, un collaboratore, un agente o un socio, oltre a dimostrarsi spesso fondati, sono motivazioni sufficienti per rivolgersi ad una agenzia di invetigazioni, sia al fine di ottenere chiarimenti aggiuntivi che, specialmente, per dotarsi delle prove necessarie a reprimere o, eventualmente, arginare, tempestivamente, una “doppia vita” professionale infedele.