Casi trattati

Merce di noti brand del Retail venduta in sconto nei mercati rionali

Il mondo del retail, visto dalla "bancarèlla" di un venditore ambulante.

Merce di noti brand del Retail venduta in sconto nei mercati rionali


Richiesta del cliente e perimetrazione dell’oggetto del mandato investigativo:

Il mandante, il security manager di un importante brand della moda, a seguito della segnalazione di alcuni dipendenti in forza presso uno dei punti vendita, segnalava la presenza di prodotti riconducibili all’azienda proposti nel mercato rionale del sabato a prezzi mediamente ribassati del 50/70% rispetto al prezzo consigliato.

Si procedeva quindi alla compilazione di idoneo mandato investigativo per la ricerca e verifica della fondatezza dei sospetti avanzati dal mandante, nonché per la raccolta di risultanze indiziarie e probatorie ritenute utili.


Progettualità investigative ideate ed attuate:

A seguito dell’incarico ricevuto veniva predisposto lo schema operativo ideato per il monitoraggio di alcune sessioni di mercato rionale.

Nel caso di specie, veniva individuato un “banco” che esponeva merce del brand del mandante, avendo positivo riscontro in ordine alla fondatezza della segnalazione.

Veniva istantaneamente realizzato ed inoltrato in sede un primo report fotografico, contenente:

- la licenza esposta, grazie alla quale veniva identificato il soggetto intestatario del banco di mercato;

- la riproduzione dello scontrino fiscale ottenuto, a seguito dell’acquisto di un capo appartenente alla collezione segnalata, (previa conferma da parte di un preposto aziendale del mandante circa l’illiceità della disponibilità da parte dell’ambulante di tale merce);

- la fotografia di alcuni automezzi (e delle relative targhe), probabilmente riconducibili all’attività commerciale svolta nel banco;

e, quasi in tempo reale, si ottenevano:

- gli estremi anagrafici e fiscali del titolare della licenza e della partita I.V.A. indicata nello scontrino;

- le risultanze delle visure ACI che consentivano di individuare due autoveicoli riconducibili al titolare della licenza e ad un suo congiunto;

- le risultanze catastali di una unità immobiliare intestata direttamente al titolare della partita I.V.A., ubicata a soli 600 metri dal luogo nel quale si svolgeva il mercato;

Al fine rendere possibile sia una verifica della reiterazione frequente del comportamento dell’ambulante, che per creare i presupposti per un successivo intervento da parte della forza pubblica, si richiedeva ad uno degli addetti del banco di procurare un determinato capo di una taglia precisa, da ritirare in una delle successive sessioni di mercato.

A garanzia della serietà della propria intenzione all’acquisto, l’incaricato versava un importo, quale deposito cauzionale/caparra: di tale opzione veniva richiesta ricevuta che, seppur informalmente, veniva rilasciata.


Sviluppi e benefici:

Nei giorni immediatamente successivi si procedeva alla stesura ed all’invio di apposito report investigativo corredato di tutte le risultanze documentali, fotografiche e “latu sensu” probatorie, onde poter procedere per le vie istituzionali ad attivare le necessarie procedure legali.

Il cliente, sulla base degli esiti ricevuti, disponeva le iniziative legali “routinarie”.

La Pubblica Autorità, all’uopo autorizzata dal giudice al quale era stata assegnata la relativa denunzia, eseguiva una perquisizione nell’immobile ad uso magazzino di proprietà dell’esercente, ponendo in essere svariati sequestri di merce, la cui provenienza risultava “dubbia” o addirittura fraudolenta, essendo contrassegnata da marchi contraffatti.

Di tale operazione, il cliente riteneva di autorizzarne il rilievo mediatico, confidando nella valenza “educativa” atta a scongiurare il reiterarsi di tali comportamenti.