Indagini tecniche forensi

Genetica forense e repertamento di tracce biologiche

L’identificazione precisa ed univoca del soggetto a cui appartiene il DNA

Genetica forense e repertamento di tracce biologiche


James Dewey Watson e Francis Crick, nel 1953, scoprirono la struttura dell’acido desossiribonucleico ed il suo meccanismo di replicazione, che altro non è che l’epocale scoperta meglio nota come DNA.

È da lì che nasce l’ambito della “genetica forense”. Quella parte, cioè, della biologia che ha come obbiettivo l’isolamento del DNA delle cellule biologiche costituenti la fonte di prova pervenuta.


Lo scopo di tale esame è quello di giungere all’identificazione precisa ed univoca del soggetto a cui appartiene il DNA contenuto nella traccia biologica esaminata.

Negli ultimi anni, le analisi del DNA hanno svolto un ruolo risolutivo, anche nei cosiddetti “cold case”, che hanno visto, quali epiloghi, omicidi, violenze sessuali, aggressioni dalle quali è stato isolato materiale biologico (saliva, pelle, sperma, capelli, peli, etc.) grazie a cui è stato possibile il confronto con l’impronta genetica del presunto autore.