L’attività investigativa serve a tutelare le vittime di tali comportamenti, spesso perpetrati da personaggi senza scrupoli, che approfittano delle difficoltà e delle fragilità delle persone per ottenere vantaggi economici, se non anche prestazioni sessuali.
L’intervento dell’investigatore privato consente di svelare i tortuosi percorsi posti in essere da tali personaggi nel “maneggiamento dei danari” che, per definizione, sfuggono ad ogni logica fiscale e, quindi, ad ogni tracciabilità.
Tredici milioni di italiani si rivolgono a maghi, cartomanti e guaritori. “Quando non si crede più in Dio si rischia di credere a tutto”, aveva profetizzato lo scrittore inglese Gilbert K. Chesterton.
Nel fiorente supermarket globalizzato delle false credenze, l’ingresso avviene anche da canali apparentemente innocui come le tendenze New Age, i culti “fai da te” e i potenziali adepti contesi in Rete dalle mille sigle delle false credenze religiose.
Alcuni riferimenti statistici:
Il Codacons in una indagine di fine 2017 ha rivelato che ogni anno nel nostro Paese sono 13 milioni i cittadini italiani che si rivolgono a maghi, astrologi, cartomanti e veggenti: 3 milioni in più rispetto al 2001.
Trentamila i consulti giornalieri per un costo a prestazione che va dai 50 ai mille euro in media. Un business, quello dell’occultismo, che genera 8 miliardi di euro all’anno.
Un dato arrotondato per difetto, ovviamente, visto che la quasi totalità delle prestazioni (il 95%) è in nero. Si paga in contanti o tramite bonifici su carte di debito prepagate. E tanti saluti alla fattura.
Tra maghi, cartomanti, astrologi e veggenti si contano in Italia 155 mila operatori dell’occulto, sostiene l’ associazione dei consumatori. Le incertezze sul futuro, le difficoltà nel trovare lavoro e i problemi economici i motivi principali per cui ci si rivolge a loro.
«Personaggi senza scrupoli che ne approfittano per ottenere, oltre al denaro, anche prestazioni sessuali», sostiene il Codacons. E solo 5 cittadini su 100, secondo Telefono Antiplagio, sporgono denuncia.
Cresce anche il numero di santoni, psicosette e sette: +500% negli ultimi anni.
Il Centro studi nuove religioni (CESNUR) ne censisce più di 600, ma secondo altri esperti sarebbero molte di più.
Dalle frange scissioniste delle grandi religioni monoteiste ai gruppi che propinano “l’energia dentro di te”, da quelli del cosiddetto “potenziale umano” a quelli di purificazione dove si pratica la magia sessuale, il panorama è ampio.
In questo scenario la Polizia ha creato qualche anno fa un reparto ad hoc: la squadra anti sette.
Dal 2002 la Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, ha attivato invece un numero verde nazionale antisette gratuito (800228866) per le vittime dei gruppi settari.
«In media ci telefonano 15 persone al giorno, 5 mila all’ anno», spiegano dalla Comunità. «Dai santoni che promettono fortuna, amore e lavoro fino all’ estremo opposto come le sette sataniche sono molte le motivazioni di coloro che chiamano.
Sono persone acculturate, spesso laureate e benestanti, che vivono un momento di difficoltà. E guru e santoni chiedono sempre due cose: soldi oppure sesso».
Secondo la Comunità, in Italia le sette sarebbero addirittura 8 mila. Quattro i grandi ambiti in cui il centro le classifica: psicosette (39%), culti estremi, come satanismo, stregoneria e spiritismo (35%), magico-esoteriche (16%) e pseudoreligiose (10%).
Discende, molto spesso, l’obbligo di denuncia e perseguimento dei reati, ravvisabili in caso di positivi riscontri dell’attività di indagine, e ciò nei confronti di qualunque soggetto ne sia autore, protagonista o, comunque coinvolto.
Si prospetta la necessità che investigazioni ed indagini vengano esperite con la massima flessibilità e con il ricorso alla più ampia gamma di strategie investigative.
Si va dalla sorveglianza fisica (osservazione, controllo, pedinamento) od elettronica, attraverso le opportune strumentazioni quotidianamente ed innovativamente offerte dallo sviluppo tecnologico quotidiano alla profilatura personale e psicologica dei soggetti coinvolti, alle attività di indagine su fonti aperte (le c.d. OSINT, Open Source INTellegence).