Investigazioni su volontari affondamenti "scuttling"
indagini su frodi assicurative
In un caso portato in evidenza dalla stampa, gli autori dell’illecito fecero affondare volontariamente il loro natante, un “Mira 43″ lungo 13 metri e del valore di circa 400 mila euro, per incassare i soldi del premio assicurativo.
La Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha contestato l’affondamento dell’imbarcazione – comprata a leasing – avvenuto nell’ottobre del 2009 nelle acque antistanti Punta Campanella e la Baia di Leranto, sostenendo che l’equipaggio della nave architettò il tutto per riscuotere i soldi assicurati dal premio assicurativo.
I capi di accusa sono stati naufragio, falso in atto pubblico e tentata truffa ai danni di una compagnia assicurativa.
Nel 2007 anche il Tribunale di Cagliari ha condannato a pene variabili fra i 6 e gli 8 anni gli autori dell’affondamento di uno yacht, in quanto si trattava di un tentativo di una maxi-truffa assicurativa che, negli ideatori dell’affondamento, avrebbe dovuto consentire l’incasso.
Come si può capire dagli articoli dei media, da queste fattispecie nascono, sempre più spesso, richieste di attività di investigazione poste a presidio di eventuali truffe, perpetrate dai più svariati soggetti, a danno delle compagnie assicuratrici.
Le indagini sono finalizzate ad accertare l'eventuale esistenza di pregressi pregiudizievoli in senso ampio a carico dei vari soggetti che compongono le intelocuzioni con la quale la struttura aziendale assicurativa viene quotidianamente in contatto, nonchè tese ad ottenere indicazioni sull'esatta composizione patrimoniale e reddituale, sempre a favore degli stessi o delle persone direttamente od indirettamente connesse alla realtà aziendale o professionale volta a volta esaminata, e, nondimeno, puntuali variazioni nel merito di questi delicati aspetti che potrebbero, all'insaputa degli organi di audit e compliace interni all compagnia assicuratrice, subire eventuali variazioni non comunicate, o volontariamente ritardate.
La Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha contestato l’affondamento dell’imbarcazione – comprata a leasing – avvenuto nell’ottobre del 2009 nelle acque antistanti Punta Campanella e la Baia di Leranto, sostenendo che l’equipaggio della nave architettò il tutto per riscuotere i soldi assicurati dal premio assicurativo.
I capi di accusa sono stati naufragio, falso in atto pubblico e tentata truffa ai danni di una compagnia assicurativa.
Nel 2007 anche il Tribunale di Cagliari ha condannato a pene variabili fra i 6 e gli 8 anni gli autori dell’affondamento di uno yacht, in quanto si trattava di un tentativo di una maxi-truffa assicurativa che, negli ideatori dell’affondamento, avrebbe dovuto consentire l’incasso.
Come si può capire dagli articoli dei media, da queste fattispecie nascono, sempre più spesso, richieste di attività di investigazione poste a presidio di eventuali truffe, perpetrate dai più svariati soggetti, a danno delle compagnie assicuratrici.
Le indagini sono finalizzate ad accertare l'eventuale esistenza di pregressi pregiudizievoli in senso ampio a carico dei vari soggetti che compongono le intelocuzioni con la quale la struttura aziendale assicurativa viene quotidianamente in contatto, nonchè tese ad ottenere indicazioni sull'esatta composizione patrimoniale e reddituale, sempre a favore degli stessi o delle persone direttamente od indirettamente connesse alla realtà aziendale o professionale volta a volta esaminata, e, nondimeno, puntuali variazioni nel merito di questi delicati aspetti che potrebbero, all'insaputa degli organi di audit e compliace interni all compagnia assicuratrice, subire eventuali variazioni non comunicate, o volontariamente ritardate.