Indagini particolari Rassegna stampa

Santoni, guru e culti distruttivi della personalità

Manipolazione mentale e ricatti. L’appartenenza ad una setta implica un cambiamento di personalità e di interessi, l’isolamento in casa e dai familiari, l’allontanamento dagli affetti, l’aggressività e l’assimilazione totale all’indottrinamento con l’idealizzazione del leader.

Santoni, guru e culti distruttivi della personalità


“La manipolazione mentale è centrale quando si parla di rapporto tra il guru e le sue vittime, sia dirette che indirette”,ha spiegato Anna Maria Giannini, docente di psicologia all’Università La Sapienza, ricordando che vengono messe in atto “tecniche sofisticate, che partono con un adescamento graduale che usa meccanismi che poggiano sui bisogni della vittima”.

“Il guru si presenta come unica e possibile soluzione, scava nella fragilità della persona anche con tecniche violente come tra cui ricatti, meccanismi di tortura che indeboliscono il senso critico”.

È quello che è accaduto ad una giovane vittima che ha trovato il coraggio di denunciare e di uscire dal tunnel in cui era finita.

Le era stata promessa la guarigione del fratello, affetto da Hiv, attraverso l’alimentazione macrobiotica.

Per questo, e per risolvere anche un suo problema di artrite, si era avvicinata così al guru di un’organizzazione che ancora oggi esiste e ha un’ottantina di centri, ristoranti, negozi sparsi in Italia che vendono prodotti, abbigliamento, strumenti per la cucina.

Seguire le indicazioni della setta costava circa 10mila euro l’anno.

Non solo: sia lei che il fratello dovevano lavorare gratuitamente a tempo pieno, dalle 7 alle 22, nei ristoranti dell’organizzazione.

Non mancava nemmeno lo sfruttamento sessuale, in quanto, durante gli incontri degli adepti, le donne, sposate e non, erano costrette a subire dei massaggi da parte del guru.

“Ho seguito la dieta imposta dal guru per anni e sono arrivata a pesare 35 chili. Sono stata costretta a letto, non riuscivo a bere e a mangiare tanto che, piangendo, ho chiesto a mio padre di portarmi in ospedale. C’era una ragazza dell’associazione mandata per controllarmi che cercava di farmi desistere, ma papà è riuscito a farmi curare", queste le parole della vittima.