Si ricorre a tale specializzazione forense per i casi di sospetto omicidio, in quanto dall’esame degli organismi presenti in ogni ambiente terrestre, subterrestre ed acquatico è molto utile trarre strette relazioni.
In questo contesto, risulta parimenti opportuno il richiamo ai numerosi disegni anatomici di Leonardo, che dissezionando, spesso con tecniche sofisticatissime nella loro semplicità, è riuscito a consegnare all’umanità meravigliosi disegni che, autentiche opere d’arte, hanno consentito di dare spiegazione scientifica a organismi inspiegabili, sino al suo luminoso apparire sulla ribalta di questa terra.
Da questo illustre genitore si può dire sia nata anche l’antropologia forense, la disciplina cioè che studia, a fini di identificazione, i resti umani, con la possibilità di trarre informazioni utili all’accertamento delle circostanze e del nesso eziologico della morte, anche con lo scopo di individuarne eventuali responsabilità ed il relativo autore.
L’antropologo forense, quindi, è chi si occupa di analizzare i resti di scheletro ritrovati in ogni possibile ambito, cercando di ricostruirne l’identità e, eventualmente, la sua collocazione sulla scena del crimine.
Da tali esami, per esempio rilevando tracce presenti di varia natura, riesce, anche con l’ausilio di analisi di laboratorio, a risalire alla vittima.