È possibile, purché nel rispetto delle normative richieste, dotare i comparti più sensibili di qualsivoglia procedimento produttivo aziendale di una serie di "occhi e orecchie" (microspie, microcamere, microregistratori, etc.) in grado di cogliere sul fatto gli autori di comportamenti illeciti.
Alcuni di questi spezzoni di registrazione, una volta caduto il segreto istruttorio, hanno spesso colorito le cronache di magazzini spolpati del contenuto, di bustarelle scambiate fra i protagonisti di estorsioni e/o malversazioni, etc.
Le ottiche miniaturizzate
I termine "telecamera nascosta", "telecamera occulta", "spia", etc., viengono comunemente utilizzati riferendosi a particolari telecamere caratterizzate da dimensioni molto ridotte, comunemente usate nel settore dell’entertainment da reporter di servizi di inchiesta, in alcuni comparti sanitari per specifici interventi chirurgici, o in ambito militare in operazioni di intelligence, sorveglianza, etc.
"Telecamera spia" viene anche utilizzato per riferirsi alle circostanze in cui un soggetto, ignaro di essere ripreso e non potendo opporsi subisce, inevitabilmente, una violazione della propria intimità e privacy.
Il termine "camera occulta o di sicurezza" è comunemente utilizzato, invece, riferendosi alle strumentazioni utilizzate per ottenere giustificate registrazioni occulte, sempre all’insaputa del protagonista ripreso, utilizzate di frequente dall’autorità giudiziaria per indagini molto delicate su fattispecie di abusi, violazioni, e violenze in genere.
Queste tecnologie, indipendentemente dall’utilizzo proprio o improprio che ne viene fatto, consentono alla regia di poter visionare il materiale che raccolgono in diretta, anche da remoto, permettendo quindi di effettuare anche giorni, mesi, o addirittura anni di ripresa, in modo del tutto anonimo e discreto.
Le stesse infatti, data la ridotta dimensione, possono essere installate all’interno di oggetti di comune utilizzo, come ad esempio la cornice di un televisore o di un quadro, una presa di corrente, un lampadario, il profilo di una porta, una radio sveglio o un router wi-fi, o addirittura nel vaso di una pianta. In sostanza non c'è limite ai nascondigli che possono essere inventanti per questi strumenti.
Le microspie
La microspia, detta anche cimice, è un dispositivo elettronico dalle dimensioni ridottissime (solitamente integrato da un sistema di trasmissione e da un microfono), capace di intercettare conversazioni vocali e ritrasmetterle attraverso onde radio (radiofrequenza) o rete GSM (rete telefonica).
Il segnale trasmesso può essere ascoltato tramite un ricevitore dedicato, spesso crittografato, o tramite un classico scanner di radiofrequenza.
Tale tecnologia miniaturizzata è ormai ritenuta indispensabile per chi svolge indagini estremamente riservate, tra cui le forze di polizia, i servizi di intelligence, e nei limiti consentiti dall’ordinamento giuridico, le agenzie di investigazioni. Viene solitamente posizionata all’interno degli ambienti di abituale frequentazione della persona interessata dall’indagine, così da poterne ascoltarne le conversazioni e passare in rassegna le frequentazioni.
È una tecnologia estremamente pratica da utilizzare anche per chi non ha particolari competenze: le dimensioni ridotte della "cimice" permettono di poterla occultare praticamente ovunque: all’interno di una penna, di un vaso, di un telefono, in un'auto, sotto un tavolo, ecc.
I principali utilizzi in ambito investigativo
In campo investigativo, l’utilizzo dei vari dispositivi tecnologici occultabili, adibiti al controllo da remoto (a favore del quale anche il garante della privacy ha espresso il proprio benestare purché svolto quale extrema ratio a fronte di gravi illeciti e con modalità spazio-temporali tali da limitare al massimo l’incidenza del controllo sul lavoratore), si focalizzano in direzione delle differenti attività a presidio delle molteplici patologie aziendali direttamente connesse alla forza lavoro ed all’imprevedibilità del "fattore umano".
Le attività di indagine investigativa più richieste dai vari operatori economici sono poste a presidio delle differenti situazioni connesse a condotte sottrattive in genere, tra cui gli accertamenti a tutela di eventuali ammanchi contabili ed inventariali, il cui impatto è spesso motivo di duri contraccolpi per l’azienda che li subisce, senza limiti di dimensione, posizionamento sul mercato, etc.
In questo caso l’attività investigativa permette (previo il rilascio di opportuno mandato investigativo), di poter occultare sistemi video e audio all’interno dei locali del cliente di interesse all’indagine come ad esempio:
- a presidio di magazzini, ribalte, aree logistiche o di stoccaggio, al fine di accertare eventuali furti, danneggiamenti, e condotte sottrattive in genere
- all’interno di uffici, al fine di identificare eventuali condotte di illeciti di vario genere come per ipotesi, fenomeni di concorrenza sleale, etc.
- in aree riservate a determinate risorse aziendali, come dirigenti, amministratori, ricercatori, etc. al fine di rilevare illegittimi accessi, specialmente se l’indagine è predisposta alla tutela di segreti industriali, fughe di notizie e dati etc.
- all’interno di negozi, punti vendita, etc., al fine di rilevare le reali motivazioni di ammanchi di cassa, anomalie contabili o differenze di inventario, etc.
I servizi di indagine a mezzo dei vari dispositivi occultabili quindi, oltre a comprendere un gran numero di focus di iniziative di indagine adattabili alle molteplici e mutabili esigenze del cliente, permettono di ottenere in poco tempo (solitamente in meno di una decina di giorni) dettagliati riscontri sulle motivazioni che hanno indotto o facilitato la criticità aziendale riscontrata.
Consentono inoltre di accertare e documentare in modo continuativo (che ricordiamo essere necessario ai fini di futuri, proporzionali, provvedimenti), i soggetti perseguibili di tali condotte illegittime perpetrate a danno dell’azienda, nonché terzi profili a vario titolo coinvolti, tra cui spesso figurano, colleghi, fornitori, clienti, o profili esterni ed interni all’impresa.
L'uso di telecamere nascoste, seppur consentito, spesso solleva delicatissime questioni di privacy, per le quali si rendono necessarie adeguate argomentazioni di natura giuridico normativa a seconda dei profili di volta in volta interessati dall’indagine, nonché delle fattispecie delittuose per le quali vengono attenzionati, o del paese in cui ne è stato fatto utilizzo.
Per concludere, queste dotazioni tecnologiche consentono all’investigatore privato o all’agenzia di investigazioni, di poter svolgere le proprie indagini in circostanze e luoghi in cui qualsivoglia tradizionale attività di pedinamento non potrebbe essere intrapresa.
Segnaliamo che il materiale raccolto dall’investigatore nel corso delle indagini svolte con l’ausilio di microcamere e microspie, può essere trattenuto dallo stesso solo per il periodo di tempo strettamente necessario per la conclusione dell’incarico affidatogli.
Durante questo periodo, il professionista, potrà unicamente classificare, analizzare e estrapolare gli elementi ritenuti "rispondenti" all’oggetto di incarico conferito e, immediatamente dopo averli consegnati al cliente, dovrà cessare ogni forma di trattamento ed archiviazione.