Gli ambiti aziendali nei quali tali ammanchi possono verificarsi (non necessariamente a causa di furti perpetrati) riguardano l’intera filiera dell’attività di commercializzazione, dalla fase produttiva a quella distributiva: dal momento della consegna del prodotto al magazzino centrale, al suo smistamento agli eventuali hub territoriali, al suo trasferimento al singolo punto di vendita, al mantenimento del singolo bene sugli scaffali, sino alla cessione al cliente finale.
In questa filiera entrano in gioco controlli interni all’azienda e al proprio personale, ed esterni in relazione al comportamento di clienti che ne perpetrano la sottrazione.
Appropriazione indebita di attività aziendali
Il delitto di appropriazione indebita ex art. 646 c.p. appartiene alla categoria dei “delitti contro il patrimonio”, ed è il reato perpetrato da chiunque, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, appropriandosi del denaro o della cosa mobile altrui, della quale abbia, a qualsiasi titolo, il possesso.
Nella pratica aziendale l’appropriazione indebita può essere consumata:
- Mediante sottrazione di denaro all’azienda (cash misappropriation) per proprio vantaggio, effettuando pagamenti dai conti dell’impresa a proprio beneficio, attraverso finte consulenze, ovvero pagamenti fittizi a inesistenti fornitori, e quindi manipolando a proprio vantaggio i valori di eventuali crediti o vendite;
- Come alterazione o utilizzo improprio del magazzino e di altre attività, quali cespiti o strumenti della manutenzione (non cash misappropriation).
In entrambi i casi l’autore della frode sfrutta a proprio vantaggio vulnerabilità presenti nella struttura organizzativa aziendale.
Fra le due categorie, cash e non cash misappropriation, la prima è di gran lunga la più frequente.
Questo è dato dalla maggiore occultabilità del denaro (nonché dalla facilità di riutilizzo), in mancanza di profili complici, con funzione di ricettatori che aiutino a piazzare e rendere liquido il bene sottratto.
L’appropriazione indebita nell’attività aziendale può avvenire:
- Nei processi di vendita, prima che i corrispettivi della cessione siano registrati nella contabilità aziendale (skimming);
- Nei processi di trasformazione e gestione (furti, utilizzi impropri);
- Nei processi di acquisto (beni o servizi non forniti, falsi rimborsi)
Cerchiamo di indicare i più frequenti schemi di frode, nonché le indagini investigative maggiormente richieste a presidio di tali fenomeni:
Alterazioni di valori in genere, che si concretizzano solitamente attraverso l’appropriazione di denaro prima che venga registrato nei libri contabili della società
Tali procedure avvengono principalmente durante le diverse fasi di vendita al pubblico.
In questo caso, mediante le diverse tecniche di indagine, quali ad esempio l’installazione di ottiche miniaturizzate, microcamere e cimici, all’interno dei locali magazzini, uffici o del punto vendita dove sono state evidenziate le anomalie, l’attività investigativa è tesa ad accertare ed identificare gli autori materiali di tali pratiche nonché raccogliere tutte le evidenze probatorie utili a future iniziative legali o provvedimenti disciplinari.
Furti di denaro a seguito dell’inserimento nei libri contabili
In questa circostanza il denaro viene fisicamente prelevato dalla cassa o dai depositi bancari, pertanto nella stessa direzione l’indagine può essere svolta mediante l’osservazione disposta da strumentazione per il controllo occulto da remoto, oppure tramite eventuali attività di pedinamento, al fine di accertare la condotta della risorsa aziendale anche al di fuori del luogo di lavoro, dove si presuppone utilizzerà il denaro sottratto, ad attestazione dell’ammanco o dell’anomalia contabile-inventariale generata.
Pagamenti fraudolenti
Questa categoria include tutti le pratiche di frode in cui l’impresa viene spinta a sostenere un costo di un bene o servizio inesistente, quasi sempre di valori superiori al reale, tra cui è possibile elencare:
1 - Pagamenti che l’impresa sostiene a fronte di fatture emesse per l’acquisto di beni inesistenti o mascherati da corrispettivi maggiorati o alterati.
Le investigazioni a presidio di tali fattispecie criminose si suddividono principalmente in due fasi:
- In primo luogo, quella di identificare gli autori a vario titolo coinvolti nelle diverse fasi di compimento dell’illecito, quali dipendenti, collaboratori, figure responsabili o apicali, prestanome e società fittizie, nonché le modalità di attuazione del reato.
Sono frequenti le ipotesi di dipendenti interni all’azienda si accordano con eventuali fornitori, partners commerciali, in direzione di favoritismi a vario genere.
- Secondariamente, mediante il riscontro (anche con attività di pedinamento all’esterno del luogo di lavoro) delle incongruenze reddituali e patrimoniali di tutti i profili che hanno preso parte al disegno criminale.
Il fine è quello di individuare il grado di coinvolgimento del singolo connivente sia dal quantitativo di denaro sottratto-ricevuto che dalla modalità di corresponsione del beneficio ricevuto.
Entrambe le ipotesi di indagine hanno lo scopo di fornire all’azienda vittima di tali patologie la documentazione probatoria necessaria a predisporre iniziative legali dall’esisto immediato in direzione di profili che hanno provato una condotta reiterata.
2 - Versamenti di stipendi a persone inesistenti o che non hanno diritto a percepire gli importi pagati (falsi straordinari, false presenze etc.).
Le indagini su tali fattispecie hanno lo scopo di ottenere informazioni specifiche sia sulla modalità di attuazione dell’illecito, sia sulle cause che lo hanno indotto o facilitato.
Il fine è ottenere un quadro dettagliato per predisporre mirate contestazioni nel merito del differente illecito perfezionato.
3 - Falsi rimborsi spese erogati per spese fittizie o maggiorati rispetto al loro valore effettivo.
In questa circostanza l’investigazione è tesa ad ottenere un dettagliato riscontro (anche video-fotografico mediante pedinamenti), di eventuali tragitti casa-lavoro, intere giornate di ordinario e straordinario impegno, occasioni di trasferta, fiere, convegni, nonché in direzione di rimborsi spese a vario titolo richiesti.
Lo scopo dell’indagine è quello di poter disporre di un provato resoconto circa l’attinenza e corrispondenza delle spese sostenute e presentate dal lavoratore: spesso si tratta di agenti, rappresentati commerciali e di eventuali profili beneficiari di dotazioni aziendali.
4 - Falsificazione o alterazione di assegni aziendali.
Le indagini verso queste problematiche sono tese a identificare i profili beneficiari di eventuali illegittime corresponsioni e specialmente i profili coinvolti nelle varie fasi di consumazione della condotta criminosa e, dove possibile, le motivazioni che hanno indotto la risorsa aziendale ad attuare questi illeciti comportamenti.
5 - Alterazione delle scritture contabili allo scopo di prelevare fraudolentemente il denaro incassato o circolante
Queste fattispecie meritano un’attenzione particolare sia dal punto di vista economico che fiscale. Infatti, spesso, oltre ad essere difficilmente riscontrabili dal reparto amministrativo, possono far incombere l’azienda che li subisce in pesanti sanzioni fiscali con contigue ricadute in termini economici.
Alle volte si tratta di piccolissimi importi (anche centesimali) che tuttavia, sottratti continuamente nel corso del tempo, possono generare enormi ammanchi contabili ed esporre l’azienda o le figure apicali della governance, a reati per culpa in vigilando.
Tali fattispecie vengono presidiate da accurate attività di indagine predisposte in occasione di qualsiasi alert proveniente da incongruenze contabili, mediante l’ausilio di microcamere o microregistratori che vengono installati nei locali aziendali di interesse (uffici, punti vendita, magazzini), al fine di individuare gli eventuali responsabili e accertare il modus operandi attuato.
Lo scopo dell’investigazione è quello di dotare l’azienda, o le figure dirigenziali (spesso l’area sicurezza, security manager), delle evidenze probatorie necessarie a predisporre le opportune iniziative disciplinari o legali, ritenute volta a volta necessarie ad arginare il fenomeno.
Furto
Con il termine furto facciamo riferimento alle diverse condotte illecite che si consumano con l’impossessamento indebito di un bene materiale all’insaputa del diretto proprietario, segnalando che la dottrina, da diversi anni, ha esteso il significato anche in direzione del furto di beni immateriali.
Sotto la definizione di furto si comprende qualsivoglia condotta sottrattiva riscontrata dall’azienda in tutte le fasi della propria operatività, produttiva, distributiva e commerciale, da parte di lavoratori, clienti, fornitori, ecc.
Si stima, ad esempio, che per il solo settore retail nel 2018 le perdite generate da differenze inventariali causate dalle diverse fattispecie sottrattive si attesti ad oltre 3,6 miliardi.
Oltre a questo, non bisogna trascurare che l’interesse della risorsa che sottrae dei prodotti dall’azienda in cui lavora, spesso, è quello di rivenderli autonomamente sfruttando non necessariamente un’altra attività commerciale, ma semplicemente i propri social o siti dedicati.
In questo modo, oltre al danno economico derivato dall’ammanco inventariale e dalla mancata vendita del prodotto, vengono generati inquantificabili danni di natura reputazionale. Sempre più spesso queste problematiche sono segnali di altre ipotesi criminose, quali l’utilizzo improprio di marchi, vendita di prodotti contraffatti e simili.