Investigazioni per controllo dipendenti San-vito-chietino
Il Codice civile, all’art. 2555, statuisce che l’azienda è il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa.

Una tale definizione sembrerebbe spostare il focus di interesse ad una semplice addizione di beni, mentre ben sappiamo che l’azienda, in realtà, è la sommatoria delle persone che la compongono, mettendo a fattor comune la propria laboriosità, impegno, senso di sacrificio, e creatività.
In una parola: loro stessi, creano il vero valore.
Da ciò discende che, in ambito aziendale, uno degli snodi più delicati è dato dalla gestione delle risorse umane e, precisamente, dalla capacità di motivare i propri dipendenti.
Un lavoratore soddisfatto, di ciò che rappresenta o di ciò che fa, spesso non ha propensione a comportamenti scorretti.
Quando però l’imprenditore, vede avanzare dubbi su diligenza e fedeltà di un proprio dipendente, ha il primario interesse di ripristinare un "pieno" legame di fiducia.
Può entrare a questo punto in gioco l’operato dell’investigatore privato che, anche attraverso l’utilizzo degli “strumenti del mestiere”, può fornire le prove di un’eventuale infedeltà o comportamento scorretto.

È un tema assai delicato quello di “controllare” un dipendente.
Sia per quanto riguarda lo svolgimento della sua attività, che per ciò che attiene alla difesa e salvaguardia del patrimonio aziendale.
La Corte di Cassazione ha legittimato il controllo dei propri lavoratori, realizzato mediante agenzie investigative se: "destinato a individuare comportamenti illeciti, esulanti dalla normale attività, ancorché perpetrati nel luogo e durante l’orario di lavoro".
Oppure: "per accertare le motivazioni di eccessive assenze ingiustificate dal proprio obbligo, spesso "camuffate" da false malattie, abuso nell’utilizzo di permessi sindacali o peggio, ex Lege 104/92, a favore di familiari affetti da disabilità".
Ricordiamo che l’articolo 2086 cc, statuisce il "primato" dell’imprenditore nella conduzione dell’azienda.
Per contro, l’articolo 2104 cc stabilisce che “il prestatore di lavoro deve usare la diligenza richiesta dalla natura della prestazione dovuta, dall’interesse dell’impresa e da quello della produzione nazionale”, dovendo: “osservare le disposizioni per l’esecuzione e per la disciplina del lavoro - impartite dall’imprenditore e dai collaboratori di questo -, dai quali gerarchicamente dipende”.

Il valore superiore intorno al quale verte tutto il settore delle investigazione sui dipendenti, si incentra su una dimensione a tutto tondo dei concetti di fiducia e fiduciarietà.
Per converso, ciò che può mettere in seria difficoltà un’impresa, sono tutte le attività e tutti i comportamenti di infedeltà aziendale messi in opera da un qualunque attore che partecipa alla sua organizzazione, in quanto tale operato, mette in posizione di svantaggio l’impresa stessa.
Senza arrivare a fattispecie di spionaggio industriale o sabotaggio aziendale, è spesso sufficiente una opacità di condotte che potrebbero, apparentemente, risultare veniali.
La puntualità, la riservatezza, la prudenza, sono tutte qualità positive che devono permeare ogni passaggio di una corretta dialettica, interna ed esterna.
Si spazia da sistematici ritardi dell’orario di lavoro, al mancato diligente svolgimento delle mansioni richieste, alla divulgazione di informazioni riservate che riguardano l’organizzazione aziendale, gli ordini, la clientela, le relazioni con i fornitori, le risultanze bilancistiche, i rapporti con i dipendenti, etc.

In gergo calcistico, si parla spesso dell’importanza del “team”, arrivando a teorizzare che un complesso "organico" di gioco possa, talvolta, prescindere dall’insostituibile apporto del fuoriclasse.
La capacità di fare goal del singolo attaccante poco conta, se la squadra è condizionata dalle “papere” del proprio portiere, o dagli “svarioni” del comparto difensivo, perché, nel gioco del calcio, è sufficiente che l’avversario faccia un goal in più.
Questa figura retorica è, sorprendentemente, ben sovrapponibile alle realtà aziendali.
Le negligenze del reparto logistico, o di quello produttivo o del settore marketing, costituiscono un vantaggio per gli avversari (o concorrenza), con la possibilità di decretare le “sorti della partita e del campionato”.
Il team deve essere curato, nella sua composizione, fin dalla “campagna acquisti”.
Ecco l’importanza basilare, per un’organizzazione complessa, delle indagini preassunzionali che: consentono di inserire un nuovo collaboratore con una modalità virtuosa e proattiva.
Come direbbero i saggi: “il buongiorno si vede dal mattino”.
E allora, che cosa ci si può aspettare di buono da chi falsifica, omette o distorce il proprio curriculum vitae, vantando conoscenze informatiche che non ha.
Oppure esperienze lavorative o svolgimento di posizioni di responsabilità mai avvenute, o chi, vantandosi di essere poliglotta, sdruccioli su consecutio temporum, sintassi e paratassi?
Nel quadro di un comportamento lineare ed etico, rientra il pieno ed assoluto rispetto di ogni pattuizione, specialmente in tema di non concorrenza: comportamento che non riguarda il solo periodo lavorativo, in costanza di rapporto, ma che riflette il suo pieno valore al momento della conclusione della collaborazione.
Il Codice civile prevede il divieto, da parte del dipendente, di trattare affari simili a quelli svolti nella propria precedente occupazione sia per conto proprio che di terzi, e di non divulgare alcuna notizia afferente funzionamento, produzione, strategia dell’azienda.
Tale attività di controllo, soprattutto se “ex post”, ben può essere affidata ad un’agenzia di investigazioni.
La quale non solo potrà rilevare e documentare attività svolte in concorrenza da ex dipendenti, al fine di inibirne la continuazione ed ottenere un giusto risarcimento, ma, soprattutto, non distoglierà l’attenzione dalla vita quotidiana e concreta dell’azienda.
In costanza di rapporto, fiducia e fiduciarietà trovano la loro prova “del fuoco” in un mancato corretto utilizzo di permessi per malattia, permessi sindacali, permessi ex Lege 104/92, oppure nel ricorso a frequenti forme di assenteismo.
La squadra, il team, o in questo caso l’organico, devono consentire all’imprenditore (che nella metafora sopra richiamata veste i panni “dell’allenatore”), di poter contare sul massimo di preparazione, motivazione, e spirito di sacrificio.
Il fine è poter centrare l’obbiettivo di "conseguire lo scudetto", portando la realtà aziendale ai vertici del proprio campionato.

Vi sono, poi, alcuni aspetti che, lungi dall’essere particolari senza importanza. Hanno un valore enorme.
Un dipendente ha l’obbligo di prestare tutta la diligenza richiesta anche nell’uso del patrimonio aziendale (macchinari, attrezzature, etc.) ed, ancor di più, deve perseguire un comportamento lineare nell’utilizzo della strumentazione operativa che l’azienda ha messo a sua disposizione, sia essa composta da una serie di dispositivi fisici (smartphone, laptop, tablet, autovetture, etc.) o immateriali (software, proprietà intellettuali, etc.).
Da ultimo, chiaramente ostativa alla permanenza di un soggetto in organico, sarebbe la conclamata vessatorietà di comportamenti in danno di colleghi affetti da disabilità.
Fattispecie che ravvisano in ogni forma di abuso psicologico, angheria, vessazione, umiliazione e maldicenza, soprattutto in fattispecie particolarmente odiose laddove dirette a soggetti cui viene riservata una tutela stringente.
Nella stessa scia, rientrerebbero fatti inaccettabili quali: ricatti e molestie, perpetrati da componenti dell’azienda nei confronti di colleghi, fornitori e clienti.
Le investigazioni dedicate al controllo di lavoratori e dipendenti, vantano (oltre ad una comune "percezione" di disapprovazione, da parte della collettività dei lavoratori "puntuali"), una vasta casistica di casi trattati, da parte delle agenzie di investigazioni, nonché, esperienze di cronaca giudiziaria e giornalistica.
Prendendo a campione oltre 1000 indagini in materia, sono state elaborate statistiche che vedono un'incidenza investigazione/fattispecie pari al:
26% per richieste di indagine su false dichiarazioni riguardo lo stato di malattia od infortunio da parte del lavoratore, 24% di esigenze su indagini per la violazione di patti di non concorrenza e contestuale valutazione degli assommati danni economici.
Seguono il 34% di bisogni di indagini per ipotesi di violazione degli obblighi di fedeltà ed abuso dei permessi 104/92 a favore di parenti affetti da disabilità di vario genere.
Ed un 16% di quesiti per indagini su false dichiarazioni di rimborsi spese e di illeciti (tra cui danneggiamenti, sottrazioni, etc.) contro il patrimonio aziendale.