Investigazioni per recupero crediti

Investigazioni per recupero crediti Molise

Da stime del Fondo Monetario Internazionale, il totale dei crediti deteriorati o non performing loans (NPL), è di oltre 350 miliardi di euro.

Questo è il solo conto di quelli italiani, circa il 15% del totale dei prestiti.
Un terzo, quasi, del totale del sistema europeo.

Investigazioni per recupero crediti


I "crediti non performanti", generalmente sono il risultato di una situazione economica complicata, tuttavia, molto spesso, anche di una inefficiente o inadeguata fase di valutazione del creditore.


Circostanza che, specialmente nel sistema delle imprese italiane, spesso rappresenta (o in alcuni casi diventa) la regola.

Infatti, molte agenzie investigative hanno scelto di applicarsi, anche con tecnologie e know-how propri, al mondo dei crediti di difficile recuperabilità.

Fenomeno i cui volumi si sono accresciuti in un momento che registra una delle crisi economico-finanziarie più gravi di tutti i tempi.

La congiuntura economica, in progressivo deterioramento dal 2011, ha visto un lievitare, quasi esponenziale, di tale patologia di credito problematico, al punto che il linguaggio istituzionale bancario ha coniato un acronimo “gentile” di definirli UTP.

I crediti, cioè, "Unlikely To Pay", vale a dire che, "sfortunatamente, potrebbero risultare non pagati".

Parlando di sigle, accanto agli UTP ci sono i cosiddetti NPL, “Non Performing Loans”, crediti cioè che sono stati messi a contenzioso e che, in gergo finanziario, in relazione alla valenza delle garanzie accessorie, vengono ulteriormente classificati in “Secured” o “Unsecured”.

Tale ambito problematico riguarda anche i crediti commerciali, non necessariamente bancari o finanziari, essendo di buon senso, per qualsivoglia azienda, sondare la capacità di un potenziale cliente prima di effettuare cospicue forniture a soggetti che, poi, possono risultare incapienti.

In questo caso, ben si può dire che la "profilassi" è sempre preferibile all’intervento “chirurgico” e che, a volte, il vero affare, è proprio quello che si evitare di fare.


I volumi di tali masse di crediti "non perfettamente efficienti" sfiorano, quasi, i mille miliardi di valore nominale.
(in gergo definito, GBV, “Gross Book Value”, ovvero "valore contabile lordo").

Tali importi, opportunamente svalutati nei bilanci dei creditori con l’appostazione di idonei “fondi di svalutazione”. 

Per dare un quadro più completo della situazione si richiamano, in sintesi, alcune statistiche.

La Banca d’Italia, nel proprio bollettino economico n. 3 (pubblicato il 12 luglio 2019), dichiara l’esistenza sul sistema di quasi 1 milione e mezzo di posizioni a sofferenza, per un totale di circa 180 miliardi, futuri probabili inadempimenti di circa 100 miliardi, e prestiti già definiti “deteriorati” (scaduti o sconfinati) per quasi 7 miliardi.

Tale massa di credito problematico non tiene conto di un ulteriore rilevante importo dato da quelle operazioni cosiddette di “cartolarizzazione”, che hanno consentito al sistema bancario di escludere dai propri parametri bilancistici un rilevante agglomerato di crediti, che, parimenti, sono stati traslati in una serie di "veicoli speciali", in gergo gli SPV (Special Purpose Vehicle).

Ovvero, società, o altro soggetto giuridico diversi dalle banche, costituiti per veicolare attività finanziarie cedute da terzi, allo scopo di effettuare una o più cartolarizzazioni

Le operazioni di cartolarizzazione avvengono attraverso cessione a titolo oneroso di crediti pecuniari esistenti e futuri, individuabili in blocco quando si tratta di una pluralità di crediti, dando così origine alle "asset-backed securities", in gergo ABS, cioè, "titoli garantiti da attività".

(Titoli di credito, ovvero, che hanno la particolare caratteristica di “segregare” il patrimonio acquistato, con la conseguenza che tutti i recuperi conseguiti, ad eccezione delle spese di giustizia rese necessarie per l’attività di recupero, usufruiscano di una separatezza rispetto a tutte le ulteriori bozze bilancistiche, nel senso che il loro netto ricavo è finalizzato al rimborso delle ABS, asset-backed securities).

Tali operazioni consentono di smobilizzare crediti mediante cessione dietro corrispettivo alla SPV, che riveste il ruolo di cessionario e può emettere anche i titoli relativi ai crediti rilevati, al fine di finanziarne l’acquisto.

Investigazioni per recupero crediti


Anche la rassegna dell’indebitamento in ambito non bancario è, oggi, parimenti impressionante.

Le famiglie italiane si stima abbiano un insoluto totale di bollette elettriche superiore ad un miliardo, ed un meccanismo legislativo, recentemente approvato, distribuisce tale massa anche su tutti i clienti virtuosi.

La morosità in condominio sta diventando un problema enorme, tanto che l’ANACI (Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari) ha dichiarato che, nelle grandi città, i condomini in ritardo con i pagamenti sono arrivati al 22% del totale - Uno su cinque non paga 

Il numero delle esecuzioni di sfratto con forza pubblica è giunto a superare i 35 mila interventi nel 2016, su un totale di richieste di esecuzione di oltre 160 mila.

Nel momento in cui, però, il credito è divenuto di difficile esazione, si può meglio apprezzare l’attività dell’agenzia investigativa.

Specialmente se in grado di fornire pacchetti di informazioni con progressivi approfondimenti, utili per conoscere l'esatta situazione economica, patrimoniale e reddituale del debitore. al fine calibrare la migliore iniziativa legale. 

Oppure, quello di "attivare", in via preventiva, o in fase stragiudiziale, opportune iniziative di indagine, per ottenere un'esatta valutazione, attraverso  screening "pre fido" o "post fido", così da favorire, in termini di velocità, il conseguimento di eventuali iniziative e risultati recuperatori, di crediti "incagliati" o problematici.


Infatti, secondo l’ordinamento italiano, il debitore ha l’obbligo di fare fronte alle proprie obbligazioni con l’intero suo patrimonio, presente e futuro, o anche passato.

Acquista quindi, rilevante importanza potersi avvalersi di servizi di indagine tesi ad ottenere l'esatta radiografia delle potenzialità economiche, reddituali e finanziarie del debito stesso, specialmente a fronte delle diverse ipotesi in cui lo stesso, perfezioni condotte illegittime per sottrarsi ai propri obblighi o rendere maggiormente ardua l’attività di recupero.

E' noto che in situazioni di contenzioso, solo una parte della rilevante massa creditoria trova una soluzione mediante una composizione transattiva e bonaria.

Molto spesso, infatti, è necessario poter acquisire gli attivi di quanto assoggettato ad esecuzione forzosa nelle tre forme del pignoramento mobiliare, immobiliare e presso terzi, e ciò in relazione al bene oggetto dell’espropriazione stessa.

Come noto, sempre secondo il nostro ordinamento, vige il cosiddetto cumulo dei mezzi di espropriazione, e quindi il creditore può agire contemporaneamente pignorando tutte le forme di attivo riconducibili, direttamente o indirettamente, al debitore.

Esemplificativamente, può procedere al pignoramento presso terzi del conto in banca, dei titoli al risparmio ivi depositati, oppure pignorare beni mobili registrati (automezzi, natanti, etc.), nonché ogni bene immobile (o quote di esso) pervenute al debitore anche per successione.

Tale acquisizione probatoria risulterebbe apparentemente semplice ma, nella realtà, spesso, è di difficilissima attuazione per la scarsa o inesistente pubblicità che alcune notizie hanno, a volte perché protette da regimi estremamente garantisti, per esempio a tutela della privacy o del segreto bancario.

Oppure ancora, in svariate situazioni, il debitore procede ad occultare i propri attivi o riconducibilità degli stessi a lui, mediante intestazioni fiduciarie a soggetti giuridici, spesso stranieri, formalmente terzi.

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È ben chiaro che in queste fattispecie, l’azione dell’investigatore privato riveste un rilievo fondamentale.


Operando un pedinamento, può verificarsi che il debitore attenzionato salga su un’autovettura la cui targa è formalmente a lui non attribuibile.

Oppure che abiti in un immobile riconducibile a terzi.

O ancora, che lo stesso compia, all’estero, operazioni che richiedono frequenti accessi presso un istituto bancario altrimenti allo stesso non riferibile.

Attività, tutte, che necessitano di un’acquisizione probatoria assolutamente lineare, al fine di evitare atteggiamenti che il debitore possa tacciare di persecutorietà.

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Infine, non va sottaciuta l’assoluta essenzialità del ricorso a banche dati, portali, suite informative, che consentano, al minor costo possibile, di “mappare” tutte le coordinate del debitore, utili ad un proficuo recupero giudiziale.

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