L’avvento e la diffusione delle attività di “money transfer”, cioè quei circuiti alternativi alle banche che permettono l’invio di denaro in qualunque parte del mondo, hanno evidenziato l’esistenza di strutture informali o addirittura clandestine che prestano il fianco, spesso, a fattispecie di riciclaggio.
Tale fenomeno ha formato oggetto della costante attività di monitoraggio svolta dall’UIF, l’Unità di Informazione Finanziaria di Banca d’Italia, i cui rappresentanti istituzionali hanno richiamato l’attenzione sui grandi volumi che questo fenomeno sta rivestendo, pari a oltre 7 miliardi di euro, con difficoltà legate alla estrema frammentazione dell’attività dei money transfer.
Si parla di oltre 17 milioni di operazioni di invio ogni anno, effettuate in oltre 35.000 punti vendita.
L’attività investigativa in questo settore è tesa all’evidenziazione di pratiche illecite, che potrebbero coinvolgere soggetti della filiera distributiva e di commercializzazione.