È un ambito investigativo che è stato frequentemente portato alla ribalta delle cronache per le notizie che lo popolano.
Spesso riguarda soggetti deboli, nei confronti dei quali vengono a volte perpetrati comportamenti, spesso sconfinanti in fattispecie di reato, che comprimono la libertà ed il diritto ad un’esistenza serena degli ignari ed indifesi destinatari.
La riduzione dell’autonomia e la solitudine, che possono insorgere in età avanzata, rendono le persone più fragili e le espongono al rischio di mancanza di rispetto, negligenza o maltrattamenti.
Il maltrattamento può essere fisico, psicologico, emotivo, sessuale, finanziario oppure può essere la conseguenza di una negligenza volontaria o involontaria.
Gli autori dei maltrattamenti possono essere dei familiari che si occupano dei parenti anziani, oppure anche dei professionisti. Queste esperienze sono spesso traumatizzanti e causano un forte malessere psichico.
Se si è vittima, testimone o autore di maltrattamenti, è importante mettere fine il più rapidamente possibile a questa situazione e parlarne con una persona di fiducia nel proprio entourage o con un professionista (aiuto a domicilio, infermiere, medico di fiducia, ecc.).
Ci si può rivolgere anche alla polizia o ai servizi di sostegno per gli anziani.
Tali odiose fattispecie, purtroppo troppo spesso portate sotto i riflettori della cronaca, quasi impongono forme di legittima difesa da parte di chi ha i propri cari esposti al rischio di questi comportamenti.
Discende, molto spesso, l’obbligo di denuncia e perseguimento dei reati, ravvisabili in caso di positivi riscontri dell’attività di indagine.
Ciò nei confronti di qualunque soggetto ne sia autore, sia esso rientrante nella cerchia familiare, o nell’organico della struttura presso la quale i fatti si sono verificati, anche per stigmatizzare tutte le carenze di sorveglianza che hanno consentito il perpetrarsi di tali, ripetiamo, odiosi comportamenti.
Si prospetta la necessità che investigazioni ed indagini vengano esperite con la massima flessibilità e con il ricorso alla più ampia gamma di strategie investigative:
Si va dalla sorveglianza fisica (osservazione, controllo, pedinamento) od elettronica, attraverso le opportune strumentazioni quotidianamente ed innovativamente offerte dallo sviluppo tecnologico quotidiano alla profilatura personale e psicologica dei soggetti coinvolti.
Alcuni riferimenti statistici:
A partire dal 2010, l'ISTAT svolge indagini statistiche sui Presidi residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari.
Tali rilevazioni concernono esclusivamente le strutture residenziali pubbliche o private che forniscono ospitalità assistita con pernottamento ed erogano servizi di tipo socio-assistenziale e/o socio-sanitario a persone in stato di bisogno.
Secondo il rapporto pubblicato nel maggio 2018, i presidi residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari attivi in Italia al 31 dicembre 2015 sono quasi 13 mila e dispongono complessivamente di 390.689 posti letto (6,4 ogni 1.000 persone residenti).
L'offerta è costituita prevalentemente da unità di servizio che erogano prestazioni di tipo socio-sanitario. Rilevanti sono gli squilibri territorialii
I livelli più alti d'offerta sono raggiunti nelle regioni del Nord, dove si concentra il 64% dei posti letto, mentre i valori minimi si toccano nel Mezzogiorno, con il 10,4% del totale.
Nei presidi socio-assistenziali e socio-sanitari sono assistite 382.634 persone:
- quasi 288 mila (75,2%) hanno almeno 65 anni,
- oltre 73 mila (19,3%) un'età compresa tra i 18 e i 64 anni,
- poco più di 21 mila (5,5%) sono giovani con meno di 18 anni.
La gestione dei presidi residenziali è affidata prevalentemente a organismi di natura privata (70% dei casi), soprattutto di tipo non profit (48%); il 13% delle residenze è gestita da enti di natura religiosa; al settore pubblico spetta la gestione di circa il 16% dei presidi.