Queste fattispecie delittuose spesso vengono perpetrate da veri e propri “lupi travestiti da agnelli”, che dietro una patina del “buon padre di famiglia” nascondono patologie comportamentali, spesso vere e proprie devianze, che rendono le modalità dell’indagine particolarmente delicate e che necessariamente impongono un’altissima professionalità.
Anche perchè se condotte con metodi non opportuni, potrebbero provocare danni praticamente irrecuperabili.
Le fattispecie descritte sono di difficile individuazione, laddove la norma richiede una querela di parte per la sua perseguibilità giuridica.
Tuttavia, aule di tribunale, organizzazioni no profit sempre più presenti su tali tematiche e centri di ascolto confermano che questo odioso genere di reati vede il suo teatro, molto spesso, in famiglia.
L’intervento dell’investigatore privato, mai come in questo caso, avrebbe una valenza meritoria.
Alcuni riferimenti statistici:
Dall’indagine multiscopo, condotta nel 2006, avente ad oggetto la sicurezza delle donne e frutto della convenzione tra l’Istat ed il Ministero per i Diritti e le Pari Opportunità.
Infatti, in tema di “La violenza e i maltrattamenti contro le donne dentro e fuori la famiglia” è emerso quanto segue:
- su un campione di 25.000 donne tra i 16 e i 70 anni sono più di 6 milioni le donne che hanno subito abusi fisici o sessuali nell’arco della loro vita.
- Sono 2 milioni le donne vittime di violenza domestica dal partner attuale o da un ex partner,
- mentre 5 milioni di donne hanno subito violenza fuori dalle mura domestiche.
Gli autori delle violenze sono sconosciuti (15,3%), o persone conosciute in modo superficiale (6,3%), a volte apparentemente insospettabili come amici (3%), colleghi di lavoro (2,6%), parenti (2,1%), partner (7,2%) o ex partner (17,4%). I dati sono il frutto delle statistiche sui reati denunziati e dei dati rilevati dai centri antiviolenza.
Le fattispecie descritte sono di difficile individuazione, laddove la norma richiede una querela di parte per la sua perseguibilità giuridica.
L’investigazione o l’indagine, ove finalizzata a decifrare singoli episodi (soprattutto se la potenziale vittima sia un minore) risulterà rilevante una attività di ricognizione, controllo e verifica di qualità, circostanze e situazioni che caratterizzano gli ambiti di frequentazione per “isolare” comportamenti, violenti e prepotenti, attuati mediante intimidazione, molestie verbali, aggressioni fisiche, espressioni di fenomeni discriminatori tesi a sottolineare potere e supremazia.
In tale prospettiva, l’investigatore privato è in grado di fornire prove video-fotografiche dello svolgimento e lo sviluppo dell’azione illecita e delle reazioni emotive della vittima ed, ove autorizzato dalla potenziale vittima per il caso in cui la casa comune sia il teatro degli illeciti, può procedere all’installazione delle apparecchiature più opportune per raccogliere audio ambientali delle citate prove video-fotografiche.