Richiesta del cliente e perimetrazione dell’oggetto del mandato investigativo:
Il mandante, il direttore generale di un’importante azienda di produzione di ceramiche di pregio, aveva riscontrato che, nell’ultimo anno, i costi delle forniture di materiali di imballaggio erano lievitati di oltre il 25% senza un motivo plausibile.
Infatti, il responsabile dell’ufficio acquisti aveva, in maniera confusa e disorganica, giustificato tale incremento con il maggior onere della materia prima che, effettivamente, aveva avuto un incremento, nonché l’importanza di massima salvaguardia dei propri delicatissimi prodotti, necessitanti di una protezione sicura che, per oltre dieci anni, l’azienda fornitrice aveva garantito.
Tali argomentazioni non avevano convinto il direttore generale, anche perché non risultava adempiuta la prassi aziendale di richiedere almeno tre preventivi a soggetti tra loro di pari “standing”. Prassi che il responsabile acquisti, presente in azienda da oltre un ventennio, riteneva superata dalla preferenza da lui attribuita alla storicità del rapporto.
Si procedeva quindi alla compilazione di idoneo mandato investigativo per la verifica della fondatezza dei sospetti avanzati dal mandante, nonché per la raccolta di risultanze indiziarie e probatorie ritenute utili, sia nei confronti del responsabile acquisti che delle persone a lui collegate, seppure tali motivazioni, di per sé sole, sarebbero state sufficienti a giustificare provvedimenti sanzionatori, anche estremi, quali il licenziamento o un pesante demansionamento.
Progettualità investigative ideate ed attuate:
Innanzitutto, veniva ritenuto indispensabile disporre di una esatta fotografia della situazione patrimoniale, finanziaria e reddituale del dipendente e della sua cerchia familiare, al fine di rilevare eventuali anomalie, il cui rilievo non appariva accresciuto dall’incidenza di recenti lasciti ereditari o atti di liberalità (donazioni).
Emergeva, tuttavia, l’esistenza di beni di rilevante consistenza, incompatibili con la capacità reddituale del dipendente, rimasta invariata, e che risultavano riferibili alla moglie, proprietaria altresì dell’intera partecipazione in una società di capitali, recentemente costituita a San Marino.
In esito a tali scoperte, si decideva di attenzionare il dipendente, attraverso pedinamenti, al fine di controllarne le attività lavorative, extra-lavorative, nonché le frequentazioni.
Nei giorni successivi al saldo della fattura alla ditta di imballaggi, le indagini hanno dimostrato che il direttore acquisti si era recato in un parcheggio dove, ad attenderlo, c’era un’auto con espliciti riferimenti alla ditta da lui beneficiata: veniva documentato il passaggio di una busta e, subito dopo, il soggetto percipiente si recava nella Repubblica di San Marino, dove veniva immortalato all’atto del suo ingresso presso la filiale di una banca. L’investigatore privato, entrato nella banca, riusciva a fotografare il soggetto attenzionato mentre lasciava l’area delle cassette di sicurezza.
Sviluppi e benefici:
Nei giorni immediatamente successivi si procedeva alla stesura ed all’invio di apposito report investigativo corredato di tutte le risultanze documentali, fotografiche e “latu sensu” probatorie, onde poter procedere per le vie istituzionali ad attivare le necessarie procedure legali, anche in sede penale.
Le relative risultanze sono state estremamente afflittive per il dipendente infedele che, oltre ad essere sanzionato penalmente, anche per la illegittima costituzione di disponibilità all’estero, è stato licenziato in tronco e, nei suoi confronti, è stata promossa una causa per risarcimento danni.