Le notizie di stampa, infatti, hanno spesso riportato casi di falsificazioni, operate dai singoli professionisti, delle risultanze dei versamenti IVA ed IRPEF, che risultavano effettuati attraverso il travisamento del relativo F24.
La conoscenza della truffa subita, spesso riscontrata con ritardo di anni, avveniva solo in sede di controllo da parte del fisco: tempo nel quale il professionista si era reso “uccel di bosco”.
Ovviamente, il cliente raggirato era comunque tenuto al pagamento dell’imposta dovuta e l’attività dell’investigatore privato o delle agenzie di investigazioni era, dunque, limitata a poter risalire alle modalità di occultamento del maltolto che, però, spesso, risultava irrintracciabile, o difficilmente aggredibile.
Per questo motivo sempre più spesso si assiste alla richiesta di investigazioni finalizzate ad accertare tutti quegli aspetti ritenuti di rilevante interesse, ai fine della tutela o del contenumento di tali "estrose" illecite fattispecie, quasi sempre perpetrate da veri e propri professionisti del raggiro economico, contabile-fiscale.
Queste indagini hanno quindi lo scopo di "screenare" tutti i profili eventualmente assoggettabili a tali finalità, prima che le stesse si verifichino. Difatti mirati accertamenti, tesi alla ricerca della presenza di eventuali flags negative, operati prudenzialmente "tempi non sospetti", permettono di ottenere un positivo o negativo risconto su molti aspetti spesso non considerati o, proprio del tutto, sconosciuti.