Infatti, come affermano gli autori di Rumor Mills, The Social Impact of Rumor and Legend, "Le voci infondate nascono e si diffondono quando la gente si sente insicura e ansiosa rispetto a qualcosa che la riguarda personalmente e quando la voce appare credibile in base alla sensibilità di quanti sono implicati nella sua diffusione".
Ulteriormente, viene confermato anche da un articolo su Psychology Today, che sostiene "La paura alimenta voci infondate. Più l'ansia diventa collettiva, più aumenta la probabilità di voci incontrollate".
Conseguentemente, un lavoro di verifica si presenta sempre più complesso nelle situazioni in cui è fondamentale fornire informazioni accurate.
Nella casistica di un disastro, naturale o meno, il rischio di notizie inaccurate viene amplificato e ciò può trasformarsi in una questione di vita o di morte. In questi casi, i testimoni sul terreno rappresentano una risorsa preziosa in quei luoghi dove i giornalisti hanno scarso o nessuno accesso.
Allo stesso tempo però queste organizzazioni e istituzioni si affidano sempre di più alla folla come fonti di nuove informazioni capaci di offrire importanti prospettive e contesti.
Alle fake news è stata attribuita una varietà di nomi, tra questi è possibile trovare anche il più triviale “stronzata” affibbiatagli dal giornalista James Ball nel suo libro "Post-Truth", "How Bullshit Conquered the World", letteralmente "Come le cazzate hanno conquistato il mondo"
Questo autore offre due dei principali casi influenzati dalla diffusione delle fake new: l'elezione di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti d'America e l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea.
Il giornalista cita anche i fattori principali che contribuiscono alla diffusione delle cosiddette "stronzate" o fake news: psicologia, bias cognitivi, strutture di profitto e di incentivi e la cultura circostante.
Ai fini di elusione e prevenzione della diffusione di false notizie, il metodo più efficiente sembra essere quello di intervenire nel momento in cui la notizia si trova in una fase embrionale, secondo questa metodologia:
- scrivendo il titolo della notizia in modo tale da indicare chiaramente che si tratta di una notizia mendace,
- non facendo uso di argomenti di tendenza che deviano l'attenzione dai reali problemi che necessitano di essere risolti e insegnando il linguaggio dei media.
Nonostante il lavoro di Ball sia utile per riconoscere una falsa notizia da una autentica e proponga dei metodi per stroncarle sul nascere, il suo lavoro analizza soltanto una piccola parte di un puzzle molto più grande.
Data la possibilità che le nostre fonti potrebbero sbagliarsi, la conseguenza che ne deriva è la necessità della verifica.
Occorre, pertanto, mettere in dubbio quanto raccontano dalle fonti, fare controlli incrociati tra quanto ci propongono loro e altre fonti affidabili ed estirpare dal proprio lavoro gli elementi falsi.
Ognuno dei potenziali percorsi di verifica presenta dei difetti. In svariate casistiche, e maggiormente in casi d'emergenza, le fonti ufficiali abbondano ed è possibile affidarsi a fonti di prima mano, ergo ai testimoni che hanno assistito agli eventi in questione.