Privacy e investigazioni

Le investigazioni private invadono la privacy?

Un investigazione per non incombere in violazioni della privacy dev'essere svolta da soggetti muniti di licenza ex art. 134 TULPS.

Le investigazioni private invadono la privacy?


No, se l’attività investigativa viene svolta, come previsto dal Decreto Ministeriale 269/2010, da soggetti titolati e muniti di licenza investigativa ex art. 134 TULPS per lo svolgimento di indagini, per la raccolta di informazioni su privati, aziende, etc. per conto di terzi.


Va segnalato che l’investigatore privato, solo a seguito del rilascio di regolare mandato di incarico investigativo da parte del cliente, ovvero del soggetto avente titolo in ordine ad un qualsivoglia diritto che intenda far valere nelle sedi giudiziali più opportune, può svolgere attività di investigazione senza incorrere in alcuna violazione della normativa della privacy, purché rispetti rigorosamente l’oggetto del mandato conferito e la legislazione vigente in materia.

L’investigatore è quindi libero di pedinare chicchessia, senza che ciò diventi fonte di molestia o venga svolto in modo ripetitivo, continuativo ed assillante, tale da ingenerare turbamento nel soggetto attenzionato: non può tuttavia spingersi all’interno di luoghi di privata dimora e relative pertinenze, né, tantomeno, attenzionare direttamente o indirettamente soggetti di frequentazione abituale di chi è oggetto di indagine.