Cosa prevedono la quantificazione ed il risarcimento del danno?

La quantificazione e il risarcimento del danno
Principi e applicazioni tecniche
Il risarcimento del danno è un pilastro fondamentale dell’ordinamento giuridico italiano, regolato dall’articolo 2043 del Codice Civile.
Tale norma sancisce che:
"Qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno."
In termini generali, un danno è la conseguenza di un’azione o di un evento che comporta una riduzione quantitativa o funzionale di un bene, valore o diritto.
La sua quantificazione e il successivo risarcimento richiedono un approccio tecnico e metodico, basato su criteri giuridici ed economici.
Tipologie di danno
Il danno può essere classificato in due grandi categorie principali:
- Danno patrimoniale: Include perdite economiche dirette e indirette. Si suddivide ulteriormente in:
- Danno emergente: La diminuzione effettiva del patrimonio del danneggiato (es. spese mediche, riparazioni).
- Lucro cessante: Il mancato guadagno causato dall’evento dannoso (es. perdita di opportunità lavorative o commerciali).
- Danno non patrimoniale: Riguarda lesioni a valori della personalità umana (es. danno morale, biologico o esistenziale). Non è direttamente quantificabile in termini economici, ma viene valutato equitativamente dal giudice.
Danno contrattuale
Il danno contrattuale si verifica quando una delle parti non adempie agli obblighi previsti da un contratto. Le principali tipologie includono:
- Danno da aspettativa non realizzata: Risarcisce ciò che il contraente avrebbe ottenuto se il contratto fosse stato adempiuto correttamente.
- Danno da affidamento: Compensa la condizione in cui si sarebbe trovato il contraente se non avesse stipulato il contratto.
- Danno da risoluzione del contratto: Riguarda le perdite derivanti dalla cessazione del contratto, spesso limitate al lucro cessante.
- Danno da carente protezione: Include i danni occasionali verificatisi durante l’esecuzione del contratto.
Danno extracontrattuale
A differenza del danno contrattuale, il danno extracontrattuale deriva dalla violazione di norme generali di comportamento (art. 2043 c.c.). Esso si basa sul principio dell’ingiustizia del danno e comprende sia danni patrimoniali che non patrimoniali.
Nesso di causalità
Perché un danno sia risarcibile, deve esistere un nesso causale tra il fatto illecito e l’evento dannoso. I criteri utilizzati per determinare tale relazione includono:
- Causalità materiale: Il fatto deve essere una condizione necessaria per il verificarsi del danno.
- Causalità giuridica: Si valuta la probabilità ragionevole che quel fatto abbia prodotto quel danno, secondo criteri di regolarità statistica.
- Causalità diretta e immediata: Il danno deve essere una conseguenza immediata e diretta del fatto illecito.
Criteri di stima del danno
La stima del danno è un processo tecnico che richiede l’applicazione di criteri specifici, in base alla natura del bene danneggiato. Tra i principali criteri troviamo:
- Valore di mercato: Basato sul prezzo corrente del bene nel mercato di riferimento.
- Valore di costo: Determinato dal costo necessario per sostituire o riparare il bene danneggiato.
- Valore di surrogazione: Riguarda il costo per ottenere un bene equivalente a quello danneggiato.
- Valore complementare: Misura l’utilità residua del bene nel contesto in cui è utilizzato.
- Valore di capitalizzazione: Calcola il valore attuale dei benefici futuri persi a causa del danno.
Danni non patrimoniali
Valutazione equitativa
I danni non patrimoniali sono difficili da quantificare economicamente e vengono valutati equitativamente dal giudice. Tra questi rientrano:
- Danno morale: Compensa la sofferenza psicologica causata da eventi come la perdita di un congiunto.
- Danno biologico: Riguarda lesioni alla salute fisica o psichica della persona.
- Danno esistenziale: Include pregiudizi alla qualità della vita o alla capacità relazionale dell’individuo.
Dolo e colpa
Nella responsabilità civile, la condotta dell’autore del fatto illecito può essere qualificata come dolo (intenzionalità) o colpa (negligenza). I gradi della colpa includono:
- Colpa grave: Mancanza della diligenza minima richiesta.
- Colpa lieve: Mancanza della diligenza media richiesta in situazioni ordinarie.
- Colpa lievissima: Mancanza della diligenza massima richiesta in situazioni particolari (es. responsabilità professionale).
Esonero dalla responsabilità
Cause giustificative
L’autore del fatto illecito può essere esonerato dalla responsabilità se dimostra l’esistenza di una causa giustificativa, come ad esempio:
- Esercizio del diritto: Chi esercita legittimamente un proprio diritto non commette illecito (es. informazione bancaria su un imprenditore).
- Legittima difesa: Il danno causato per difendere un diritto proprio o altrui contro un’offesa ingiusta è giustificato se proporzionato all’offesa subita (art. 2044 c.c.).
- Stato di necessità: Chi causa un danno per salvare sé o altri da un pericolo grave non è responsabile se il pericolo non era evitabile diversamente (art. 2045 c.c.).
L’importanza della quantificazione precisa
Nella gestione dei sinistri e delle controversie civili, una quantificazione accurata dei danni è essenziale per garantire risarcimenti equi e proporzionati.
L’applicazione rigorosa dei criteri giuridici ed economici consente di tutelare sia i diritti dei danneggiati sia gli interessi delle controparti responsabili.
Affidarsi a professionisti esperti nella stima dei danni rappresenta quindi una scelta strategica per affrontare con successo le complessità legate al risarcimento del danno.
Esistono infatti diversi criteri codificati da standard specifici, ma non tutti risultano rilevanti ai fini della stima del danno patrimoniale.
La scelta del criterio di stima più adeguato dipende dalla natura del danno analizzato e dal contesto in cui si opera.
È compito del perito selezionare il metodo più appropriato, considerando le peculiarità del caso e l’obiettivo di garantire una valutazione equa e accurata.
L’articolo 1223 del Codice Civile stabilisce che il risarcimento debba coprire integralmente la perdita subita dal danneggiato, escludendo di fatto il principio dell’ordinarietà.
Il danno non è quindi un valore astratto, ma una funzione diretta dell’interesse specifico del danneggiato, che deve essere ricostituito nella sua integrità economica o funzionale.
Questa esigenza ha portato privati e aziende a rivolgersi sempre più spesso a professionisti specializzati, come agenzie investigative, investigatori privati o esperti in sicurezza.
Questi professionisti offrono servizi mirati per affrontare le problematiche legate alla prevenzione e alla gestione dei danni.
Tra le attività principali troviamo:
- Prevenzione: Installazione o aggiornamento di sistemi di sicurezza attiva e passiva per minimizzare i rischi.
- Indagini sulle cause: Analisi approfondite per comprendere le origini dei danni o delle violazioni, identificando le motivazioni che hanno favorito l’evento dannoso.
- Ricostruzione delle dinamiche: Indagini probatorie per ricostruire con precisione gli eventi che hanno causato il danno, identificando eventuali responsabili o artefici.
Queste indagini hanno l’obiettivo di fornire una base solida per azioni future, come richieste di risarcimento.
Attraverso la raccolta di prove e la ricostruzione dettagliata delle dinamiche, è possibile supportare efficacemente le iniziative legali volte al riconoscimento e alla quantificazione del danno subito.
In un contesto sempre più complesso e interconnesso, la capacità di combinare competenze tecniche con un approccio investigativo strutturato rappresenta un elemento chiave per garantire giustizia ed equità nei processi di risarcimento.