La sensazione di sdegno per la viltà delle condotte poste in essere da soggetti che, per vocazione, dovrebbero farsi prossimo a favore del più debole, fa innalzare l’esigenza di operare controlli in tale direzione.
Difatti sono sempre più frequenti le richieste di investigazioni orientante in tal senso, le quali, oltre ad avere uno scopo peculiare: non si tratta solo di sorvegliare, ma di “vegliare” che i nostri cari ed i nostri affetti, affidati a mani estranee, vengano trattati con cura ed affetto, cooperano attivamente al presidio socialmente riconoscito di punire gli autori materiali nonchè i complici di tali gesta.
L'abuso senile
Con abuso senile si intende una condotta deviante che consiste nel procurare un danno biologico, morale o giuridico verso persone anziane. Altre accezioni includono "maltrattamenti", "abuso in tarda età", "abuso di adulti", "abuso di donne adulte", etc.
Una delle definizioni universalmente accettate dell'abuso senile, adottata dall'Organizzazione mondiale della sanità, si riferisce ad "un comportamento sporadico o continuato o la negligenza intervenuta in una relazione dove esiste qualche forma di obbligazione disattesa che causa angoscia verso una persona anziana"
Il nucleo fondante definitorio si concentra sulla minaccia laddove sussiste un "obbligazione disattesa" ovvero "l'aspettativa di un dovere" da parte della persona anziana verso il proprio aggressore.
Ciò implica che la persona anziana debba conoscere colui con il quale instaura la relazione come, ad es., il coniuge, il convivente, un membro della famiglia, qualcuno del vicinato, o qualsiasi altra persona che è in contatto coi servizi sociali. Molte forme di abuso senile sono interpretate come violenza domestica.
I sintomi di abuso senile variano in base al tipo di persona e al tipo di minaccia posta in essere:
- stato confusionale e depressivo: non sono vestiti adeguatamente, non dimostrano di aver ricevuto cure sufficienti, non escono mai di casa, sono assonnati o dormono troppo;
- il frequente diniego di inviti da parte della propria famiglia o dal tutore
- scarsa autonomia nel prendere proprie decisioni
- palese volontà di nascondere qualcosa ai propri cari
- ristrettezza economica
- accentuata volontà di allontanare il medico o altre autorità
- presentano immotivatamente evidenti stati di ansia o pacino
- tendono ad autoisolarsi
- presentano spesso piccoli traumi che giustificano con inverosimili scuse
Ciascuno di questi fattori di rischio può indicare la presenza di uno o più abusi ma nessuno di questi può dimostrare che l'abuso sia stato effettivamente compiuto. Il riscontro dei sintomi, quindi, semplicemente indica la necessità di ulteriori indagini magari da parte di personale competente.
Alcune statistiche sugli abusi senili
Durante gli ultimi decenni si è rilevato un considerevole aumento di ricerche sull'abuso senile secondo i quali risultati evidenziano che almeno il 25% di anziani ha subito almeno un abuso ogni 30 giorni, circa il 6% del totale della popolazione senile.
I progressi nella ricerca permettono già di avanzare alcune ipotesi e alcune correlazioni sui dati attuali. In Canada, ad es., circa il 70% degli anziani di sesso femminile subisce abusi, e ciò è confermato dalla hot line telefonica American Elderly Abuse (AEA) che ha registrato il 67% di chiamate di tal genere.
La violenza domestica può essere una continuazione dell'abuso senile perpetrato a lungo termine e, in alcuni casi, l'abuso può coincidere con la pensione o con le dimissioni per motivi di salute.
Sicuramente, il rischio di subire abusi aumenta con l'età con il 78% di vittime che superano i 70 anni.
La porzione più alta di omicidi di coppia fa pensare che l'abuso senile femminile sia spesso una continuazione di altri abusi e violenze perpetrate per anni contro il coniuge. D'altro canto, il rischio di omicidi per gli uomini anziani è stato maggiore al di fuori delle famiglie che dentro.
Questo è un aspetto non di poco conto in quanto la violenza domestica il più delle volte non risulta dalle denunce e di conseguenza non è stato possibile sperimentare la medesima efficacia dei programmi di riduzione della violenza domestica.
Riprendendo i dati forniti dalla AEA, l'abuso senile si verifica principalmente in ambienti domestici (64%), seguito dalle residenze sanitarie (23%) e quindi dagli ospedali (5%), sebbene il servizio di hot line non sia sempre affidabile nel registrare la giusta quantità di abusi specialmente considerando le diverse condotte su dette[9].
Le ricerche condotte in Nuova Zelanda nel 2002-2004 hanno evidenziato che su 1288 casi di abuso, 1288 sono rappresentati da single, 42 coppie e 45 nuclei familiari.
Di questi, il 70% sono donne. Le forme più frequenti di abuso sono di tipo psicologico (59%), seguite da quelli economici (42%), di tipo somatico (12%) ed, infine, di tipo sessuale (2%).
Nel 2007 si sono registrati circa 4766 casi di sospetto abuso, negligenza o sfruttamento economico che ha coinvolto anziani, con un aumento del 9% rispetto all'anno precedente.
Su un totale di 303 incidenti rilevati, 19 di questi hanno condotto al decesso dell'anziano, circa un incidente su dieci presenta pericolo di vita per l'anziano.
Abuso Minorile
L'abuso minorile, invece, o abuso sui minori, è un comportamento attuato nei confronti di minorenni che consiste nel cagionare un danno psicologico, morale o giuridico.
Le forme più frequenti di abuso sui minori sono: somatico (o fisico), psicologico (o emozionale), sessuale, violenza assistita e incuria.
Non sempre le distinzioni categoriali tra casi di abuso fisico, sessuale, psicologico e trascuratezza rispecchiano una realtà che spesso si presenta come molto complessa: è così possibile parlare di “forme miste” di abuso.
L'abuso all'infanzia può essere definito come “qualsiasi comportamento, volontario o involontario, da parte di adulti (parenti, tutori, conoscenti o estranei) che danneggi in modo grave lo sviluppo psicofisico e/o psicosessuale del bambino."
Abuso è tutto ciò che impedisce la crescita armonica del minore, non rispettando i suoi bisogni e non proteggendolo sul piano fisico e psichico.
Vi rientrano, dunque, non soltanto comportamenti di tipo commissivo, entro i quali vanno annoverati maltrattamenti di ordine fisico, sessuale o psicologico, ma anche di tipo omissivo, legati cioè all'incapacità più o meno accentuata, da parte dei genitori, di fornire cure adeguate a livello materiale ed emotivo al proprio figlio.
Alcune statistiche sugli abusi di minore
Una delle principali conseguenze dell'abuso sui minori è l'allontanamento dall'ambiente d'origine.
A tal proposito la Legge 149/2001 stabilisce che nel caso in cui il minore sia vittima di violenza, incuria grave, maltrattamento e abuso il Tribunale per i Minorenni dispone l'allontanamento del minore prevedendone l'inserimento presso una famiglia affidataria o in una comunità di accoglienza.
Secondo dati Eurispes sono 1800 i minori scomparsi in Italia nel 2018 dei cui molti provengono da comunità straniere. Nello stesso anno ci sono state circa 4500 denunce per pedofilia on-line.
Secondo l'Istat nel 2001 ci sono stati 144.000 casi di lavoro minorile specialmente nel mezzogiorno dove alcuni fattori rischio quali l'inadempienza scolastica incidono di più.
I settori in cui i minori risultano impiegati sono per il 25% la ristorazione, il 21% negli impieghi domestici, il 14% in agricoltura e, infine, 16.978 bambini sarebbero entrati nel mondo dello spettacolo. Secondo l'Eurispes il 77% degli abusi avviene al domicilio della vittima.
Non meno attuali sono i dati che si riferiscono ad abusi compiuti nelle sette religiose da parte di genitori adepti che introducono i propri figli minorenni per l'iniziazione rituale.
I dati della comunità Giovanni XXIII evidenziano nel 2007 circa 1823 casi di abuso di cui il 42% di vittime minorenni.
In Italia ci sarebbero circa 1300 sette esoteriche, la maggior parte concentrate nel centro-nord. Secondo i dati del “114”, l’hot line di emergenza del ministero dell'interno nel 2008 è stato necessario l'intervento delle forze dell'ordine nel 59,4% delle segnalazione, solo nel 3% dei casi sono stati determinanti i servizi scolastici.
Al 31 dicembre 2005 gli affidi familiari ammontano a 13.216. Le accoglienze in comunità sono invece di 13.632
Sintomatologia e indicatori di abuso
Nella maggior parte dei casi il genitore punisce il figlio non per impedirgli di compiere qualcosa, quanto semmai per stimolarlo a comportarsi il più possibile conformemente alla sua natura, in questo modo il genitore proietta se stesso sul proprio figlio ovvero ciò che vorrebbe essere.
Ci sono poi alcuni fattori predittivi del comportamento deviante che sono incuria emotiva, scarsa identificazione col padre, violenza su animali e violenze domestiche.
L'abuso può essere provocato anche dal consumo di stupefacenti e di bevande alcoliche.
Tuttavia a differenza di queste, l'abuso dei mezzi di correzione non si riferisce né a una frequenza che si manifesta nel numero di abusi compiuti nel tempo (per esempio, il consumo di alcool, a lungo andare, può indurre a forme patogene quali la cirrosi epatica), né a una quantità che si esprime con la consistenza dell'abuso (per esempio l'overdose di eroina può essere tanto insidiosa quanto letale).
Se l'abuso è commesso da parte femminile può essere dovuto a una forma di ritorsione contro il partner.
A tal proposito si suole indicare nel "complesso di Medea" il tentativo della madre di colpire il padre assente.
Se è vero, però, che la femmina acquista la maturità sessuale in anticipo rispetto al maschio, è anche vero che le donne sono le prime vittime della violenza.
Per quanto riguarda i tempi, l'abuso giunge di solito dopo la prima gravidanza quando cioè si percepisce instabile il "sistema di alleanze/coalizioni tra membri della famiglia".
Le dinamiche non sono solo attuali ma possono scontrarsi con quelle longitudinali cioè diverse nell'arco del tempo quali per esempio eventi o traumi o relazioni conflittuali trascorse.
Dopo aver subito l'abuso, "il bambino non vuole crescere, ma desidera l'annullamento".
In alcune scuole è stato dimostrato che il modo con il quale il bambino esprime la propria creatività, ad esempio, la presenza o meno delle pupille degli occhi (il bambino non cerca lo sguardo della madre), l'omissione delle mani, la presenza di artigli al posto delle mani, l'ordine sparso delle figure parentali sulla scena, sono indicatori di abuso nella valutazione del disegno.